mercoledì 25 febbraio 2015

Etre la lune


...être la lune
qu'est que veux dire  ?
...être la lune:
c'est le pouvoir.

Allumer les visages
des bonnes
et les faire devenir miroirs.

Mais pas les méchants,
pas les tristes.
                                           
Jamais la détresse
que te mis en garde;

être  la lune...
pas de pouvoir.
                                            

Longa'2007


Ricordo

Le gocce son rade
sul mare e la sabbia
il profondo nel cuore
distrugge la rabbia
più incauta e reale
per povere cose
che dimenticate
affiorano in mare
e sono con te.


Amori sbagliati
vissuti e scordati
ora cercan riparo
dietro occhiali appannati
da lacrime amare
che non puoi sputare
perché non puoi guarire.


I fiori del tempo
non posson tornare
perché vivono un giorno
e non posson restare
a farti pensare
qual è la stagione
in cui puoi sognare
per vivere i giochi
che dopo bambina
mai più scorderai.


Soltanto un ricordo
rimane presente
mentre adesso rivanghi
dentro alla tua mente
due occhi sbarrati
due ciglia allungate
due guance arrossate
due labbra staccate;


che non posson parlare,
che non hanno voluto
mai farti capire cosa hai potuto fare
per non farle arrossire,
di fronte all’affetto
di fronte all’amore
da non percepire.


Longa ‘80
L’aquilone

Vola, ondeggia, guizza, s’incaglia
nelle fronde degli alberi;
negli ombrelloni chiusi
o nei capelli di bimbo;
nei lampioni ancora spenti
o nel turbinìo del vento.
Girandola di colori
o ali sfrangiate.

Uccello impazzito
in un lembo di cielo.



Longa  ‘2008
La vendetta del destino

Se qualcuno mi chiedesse in questo momento
“cos’hai fatto per meritarti tanto
cos’hai fatto per non avere niente,
per illudere il tuo cuore e  la tua mente?”
Non è, sai, come giocare a carte,
la vendetta di chi bara è sempre alta,
la paura è messa lì in disparte,
e chi vince non sempre capirà di più.


Ma qui invece, qui si chiede tanto,
e chi vince, ha la smania dentro il cuore,
e chi perde è più ricco di prima.
Togli il peso, e il peso se ne va.

“Che ti pesa, io non lo capisco, dove vai
da dove vieni, e chi sei?”
chiedendomi a quattr’occhi il destino,
capì che non ero lì per lui.


E perse subito la sua scommessa,
un’idea,  a volte, naufraga in nuvole.
“Da dove vieni se mi hai chiesto tanto?”
Il destino, con rimpianto, se ne andò.


La forza
La potenza
La speranza
non sono a volte pressoché inutili,
ma avanzano nel cammino di ogni popolo,
e per chi le butta
un fiore crolla giù.


E’ il destino di tutti i sassi:
“Con una corda al collo, nel profondo
e niente più…”
servire come  rapido in stazione.
Prima tu vuoi arrivare presto,
ma salito il rimpianto può tornare.


Longa’79
Il ritorno

Io torno come  torna
l’onda del mare
all’amata  spiaggia:
lasciatemi tornare.

Io volo
come le ali di un gabbiano,
sull’aurora che spunta ogni giorno:
lasciatemi volare.

Io vi porto il mio giovane amore,
col cuore ferito ma risorto:
non lasciatelo invecchiare.


Longa’84
Città di pensiero.

Scendere le scale, e poi,
entrare in un caffè,
di fuori c’è il sole,
illumina già
gabbiani e rondini.

Stringere le spalle come chi
si sente forte con chi sa,
non sa parlare la città
e i pensieri esplodono.

Sorrisi e strane parole
guardo in faccia l’alba
e muore già.

Io posso anche sognare
darti quel che ho
e che sarà.

Grido come chi
ha il cuore lacero ma sa
che nella neve fredda c’è
chi spegne le fiaccole.

Sorrisi e strane parole
se non cambi,  resta come sei.
Un solitario sperare
dissolve nubi bianche
dentro a te.

Stringere le spalle come chi
si sente forte con chi sa,
non sa parlare la città
e i pensieri esplodono.


Longa’81

lunedì 23 febbraio 2015

Canto per Enrica

Stavo pensando a te
sotto un cielo sempre uguale,
cercando quello che mancava
al mio angolo di felicità..
E ho rivisto le tue lacrime
nell’azzurro dei tuoi occhi,
troppo lontane per assaporarle.

Ho chiuso gli occhi e l’anima e ti ho rimpianto
dolce e cara compagna
della mia malinconia.
Qui d’autunno le foglie
cadono ancora,
e ancora rosse invadono il mio cuore.
Solo io cadendo non sono ingiallita,
ma ho perso quella linfa tra le dita.

Sono lontani i giorni in cui sognavo,
ridendo e singhiozzando rimpiangevo,
le cose attorno a me,
sentieri magici,
non ho il momenti giusto
per riaverli.

Ora devo vivere, è così,
sbriciolando sempre,
un po’ qua e un po’ lì,
quello che resta del mio canto infranto
per farne dono aperto
e non rimpianto.


Longa’79
Sognerò

Vento caldo nella notte
sui tetti per strada
che vaga nella malinconia.

Ora inseguo un istante
di questa mia mente
pensando a una fotografia.

Come pioggia o come mare,
come anima o sole,
ma non voglio  pensare
di dover andare:
sognerò.

Se ti abbraccio un istante,
mi sento perdente,
tra il vento ed i vetri del tram.

Dolce, caldo, un respiro,
che come un segreto,
nostalgico scivola via.

Come un fiume d’amore,
come lacrima che piove,
come voglia di andare,
ma poi di restare:
sognerò.

E mi sveglio, mi alzo,
mi basto, lo sento,
nel letto tepore di me.

Ora inseguo con lo sguardo
dietro vetri appannati
una goccia che scivola via:
sognerò.

Longa’’80

C’est la vie!

C’est la vie
on m’a dit un garcon
tremant sa maine
dans un moment inouie.

C’est la vie… et il fermait sa bouche
qui m’avait aimée.

C’est la vie qui passe aussi
comme un moment exquis
comme un mauvais quart d’heure

…fait des moments violents et muts
…c’est la vie.. et il s’en allait
par sa route
.
Comme un enfant
satisfait de moi, de lui…
C’est l’amour, je dis,
tout en passant, que me fait mourir
comme un fleur deséché!

Longa’77


Per te

Per te che canterai
finchè non s’apra il giorno
convinto che chi parte
non farà mai ritorno.

Per te che riderai
per chi ne avrà bisogno
convinta che l’amore
è un gioco con chi finge.

Per te che sarai madre
di un uomo nato ricco
ricco di cielo e sogno
d’ amore e di bisogno.

E un gran sole si desta
a fare nuovi giorni
gerani alla finestra
e primavera intorno.

Per te che canterai
convinta che chi sogna
ha un grande cielo in testa
e non dirà mai basta.

Per te che canterai
convinta che chi canta
ha pioggia sulle dita
ma non vuole sprecarla.

Per te che suonerai
gioia o malinconia,
l’orgoglio e la poesia:
ciò che tu canti resta.


Longa’81